Con ordinanza pubblicata il 22 ottobre 2025 il TAR Lazio – Sez. I Quater ha accolto il ricorso proposto dagli Avv.ti Michele Bonetti e Santi Delia nell’interesse di una candidata esclusa dal concorso per 4.617 allievi agenti della Polizia di Stato a causa della presenza di un piccolo tatuaggio sulla caviglia destra.
Il Collegio, riconoscendo la gravità e l’irreparabilità del pregiudizio che avrebbe subito la ricorrente in caso di esclusione, ha disposto la riammissione con riserva della candidata al prosieguo delle prove concorsuali.
Inoltre, il TAR ha sospeso il giudizio rinviando la definizione dello stesso all’esito della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea; invero, quest’ultima di recente è stata investita di analoga questione pregiudiziale in altra procedura.
La vicenda, come emerso anche negli atti di causa, pone al centro il tema della compatibilità delle norme nazionali sull’idoneità psico-fisica con i principi costituzionali e sovranazionali di uguaglianza e non discriminazione di genere; difatti le differenze sussistenti tra le divise maschili e quelle femminili determinano trattamenti non uniformi per maschi e femmine che presentano tatuaggi. Infatti, ove lo stesso tatuaggio della nostra ricorrente lo avesse avuto un candidato maschio quest’ultimo non avrebbe incontrato alcun tipo di ostacolo in quanto la divisa maschile copre completamente le caviglie al contrario di quella femminile.
La decisione conferma l’attenzione dei giudici amministrativi alla tutela effettiva dei diritti dei candidati ai concorsi pubblici, con particolare riguardo al principio di proporzionalità e di non discriminazione che deve informare l’azione della Pubblica Amministrazione.
Alla luce di tale decisione del TAR Lazio seguire attentamente l’evoluzione della questione dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e continueremo ad assistere tutti i candidati esclusi per motivazioni analoghe.