Come noto la L. 107/2015 riconosce alla formazione dei docenti un ruolo fondamentale al fine del miglioramento del sistema di istruzione italiano. Tra le varie misure volte a sostenere tale obiettivo, l’art. 1, comma 121, ha istituito la c.d. Carta elettronica, un bonus (di importo nominale di € 500,00) che consente agli insegnanti di ruolo di spendere l’importo per la loro formazione personale (a titolo esemplificativo per libri e testi, software, ingressi ai musei, eventi culturali ecc).
Tuttavia tale ausilio viene riconosciuto dalla Legge soltanto a beneficio dei docenti titolari di contratto a tempo indeterminato e quindi per i soli insegnati di ruolo, venendo così a creare una disparità di trattamento, tra gli insegnanti di ruolo ed i precari che non vedono soddisfatto e garantito neanche il loro diritto alla formazione professionale. Difatti, il diritto/dovere di formazione professionale e aggiornamento, al fine di assicurare la complessiva qualità dell’insegnamento, non può che gravare su tutto il personale docente, sia esso a tempo indeterminato che determinato.
Sulla questione si è già espressa il Consiglio di Stato che con la sentenza n. 1842 del 16 marzo 2022, ha riconosciuto anche ai docenti precari con supplenza annuale il diritto a percepire la Carta docente. Ad oggi la questione inizia ad essere affrontata anche dal Giudice Ordinario che ha riconosciuto il diritto dell’insegnante precario ad ottenere l’erogazione delle somme dovute per La “carta docenti”.
Lo studio legale ritenendo fondate le richieste degli insegnanti ha predisposto le prime missive di interruzione dei termini e di messa in mora nonché i ricorsi innanzi il Giudice Ordinario.
L’azione è rivolta a:
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