Il Consiglio di Stato ha ordinato al MIUR di consegnare tutta la documentazione del concorso per l'accesso al test di Medicina e Odontoiatria del 2016.
Si conclude, dopo oltre un anno, il braccio di ferro con il Ministero che, a differenza di quanto storicamente aveva fatto concedendo massima trasparenza con riguardo agli atti che riguardano questo delicato concorso che decide il futuro di migliaia di giovani, aveva pervicacemente negato l'accesso agli atti di concorso.
Il T.a.r. per il Lazio aveva accolto solo parzialmente il nostro ricorso avverso la nota M.i.u.r. n. 29257 del 7 dicembre 2016, con la quale il Ministero aveva parzialmente respinto le loro istanze di accesso agli atti, deducendo la violazione dell’art. 24 Cost., degli artt. 22 ss. l. n. 241/1990 e della legge n. 264/1999 rilevando che per alcuni atti «non risulta evidente il legame tra i documenti e l’interesse che si intende far valere e [che] in ogni caso non sono ammesse richieste volte a un controllo generalizzato dell’operato dell’Amministrazione, ex art.24, comma 3 della Legge n.241 del 1990» (v. così, testualmente, il centrale passaggio motivazionale dell’impugnato capo di sentenza)"
Secondo il Consiglio di Stato "non è ravvisabile una differenza sostanziale della documentazione sub 3. rispetto a quella sub 2., sotto il profilo del collegamento teleologico con le esigenze di tutela e di difesa perseguite dai ricorrenti in funzione del vaglio sulla legittimità degli atti della procedura preselettiva per l’ammissione ai corsi di laurea, a numero chiuso, in medicina e odontoiatria per l’anno accademico 2016/2017".
"Pure l’oggetto della richiesta di esibizione risulta sufficientemente determinato e individuato, con conseguente esclusione di una finalità di un controllo generalizzato dell’operato dell’Amministrazione resistente; deve pertanto ritenersi erronea e lesiva degli artt. 22 ss. l. n. 241/1990, oltre che dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, la statuizione reiettiva del ricorso con riferimento alla documentazione sub 3".
Il MIUR è stato condannato al pagamento di € 2500 a titolo di spese legali.