L’Unione degli Universitari con lo studio Avv. Michele Bonetti depositerà un Reclamo Collettivo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali.
Per aderire al reclamo collettivo e per informazioni sul successivo ricorso collettivo clicca qui.
A seguito della pubblicazione degli esiti della prima prova gli studenti sono costretti a scegliere in poche ore e al buio, senza alcuna graduatoria pubblicata, se rifare il test.
Una scelta irragionevole: chi si ricimenta perde automaticamente il voto già acquisito, anche se positivo.
Anche a fronte delle ulteriori irregolarità riscontrate, siamo pronti a inviare il ricorso collettivo di 2.000 persone al Comitato europeo dei Diritti sociali, chiedendo l’ingresso in sovrannumero e la tutela effettiva del diritto allo studio.
Tutti gli interessati potranno mandare una email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per aderire alla nostra diffida diretta a conservare tutti i voti positivi ottenuti durante la prima sessione ed a scegliere solo successivamente quale valutazione mantenere, stante la mancanza di trasparenza e la non pubblicazione dei dati di riferimento per effettuare una scelta consapevole.
Sul punto sempre inoltrando una email al suddetto indirizzo si può aderire, senza impegno di sorta, al nostro accesso civico generalizzato diretto all'immeditata pubblicazione dei dati. La previa richiesta legittimerà l'assenza di qualsivoglia acquiescenza alla eventuale rinuncia al voto, soprattutto considerando che probabilmente il Ministero non pubblicherà i dati nonostante il nostro accesso agli atti.
La scelta di proporre il reclamo al CEDS, nelle more, non è simbolica: il CEDS è l’unico organo europeo che può certificare formalmente la violazione dei diritti sociali fondamentali e imporre al Parlamento e al Governo di correggere una normativa incompatibile con la Carta Sociale Europea, senza attendere i tempi lunghi della giustizia nazionale.
Le irregolarità che abbiamo documentato non sono episodi marginali, ma segnali di un sistema strutturalmente inadeguato. Plichi aperti prima dell’orario, prove circolate online, violazioni dell’anonimato, utilizzo di dispositivi elettronici, differenze arbitrarie nelle regole tra Atenei, assenza di tutele omogenee per studenti con disabilità e DSA. A questo si aggiunge un impianto che esclude la maggior parte dei partecipanti, mantiene di fatto il numero chiuso e crea un percorso caotico, diseguale, non trasparente cacciando gli studenti dal sistema universitario dopo averli iscritti.
Questo quadro non permette di restare dentro i confini dei soli ricorsi nazionali.
Il semestre filtro ha prodotto una selezione mascherata, con costi economici e personali enormi per migliaia di ragazze e ragazzi, e con un livello di discrezionalità tra Atenei che mina il principio stesso di uguaglianza nell’accesso all’università.
Il Reclamo al CEDS è lo strumento più rapido e più incisivo per chiedere che il nostro Paese elimini subito una riforma che calpesta il diritto allo studio e che rischia di compromettere l’intero sistema di accesso alle facoltà mediche considerando che non ci si occupa minimamente del parallelo accesso alle specializzazioni mediche.
Parallelamente continueremo a lavorare sulle vie tradizionali, ma non possiamo attendere mesi: è ora che le istituzioni assumano le loro responsabilità.