La tensione verso la felicità si segnala come aspirazione centrale di ogni singola persona e come obiettivo implicito dell' agire politico a favore della collettività. Questo tema sta registrando un evidente crescendo d'interesse nella cultura contemporanea e anche i giuristi non ne devono rimanere lontani.
Fra i motivi di varia natura che lo giustificano, c'è la consapevolezza, empiricamente documentata, che all'aumento della ricchezza, almeno nei Paesi ad economia avanzata, non corrisponde un parallelo aumento del ben-essere soggettivo. E' inoltre diffusa la sensazione che la crescita economica con le sue caratteristiche attuali possa minacciare non solo la qualità della vita individuale ma anche la salute del pianeta. E' quindi alle porte un possibile cambiamento di paradigma che partendo dalla crisi degli indicatori classici di sviluppo, rigidamente ancorati a criteri di produzione materiale (il c.d. PIL), sollecita la ricerca di indicatori aggiuntivi, più autenticamente in grado di registrare e promuovere la qualità della vita di ogni singolo individuo, l'armonia della convivenza umana e del rapporto con l'ambiente.
Da qui l'esigenza di un impegno congiunto, interdisciplinare e
approfondito di tutte le scienze e dei vari componenti dello studio col
tentativo di coinvolgere mediante le nostre campagne di legalità anche
il mondo della politica. Nella difficoltà evidente di procedere lungo
la linea del cambiamento, appare infatti appropriato il tentativo di
avviare un colloquio costruttivo fra chi, sul piano tecnico, s'impegna
in vario modo ad individuare le caratteristiche e i determinanti del
benessere-qualità della vita, e chi è chiamato a valutare priorità,
possibilità attuative e potenzialità nella gestione concreta
dell'agenda politica.
E' per questo che le nostre azioni legali vengono collegate ad
associazioni serie che comprendono nella sua interezza il significato
delle nostre "campagne" portate avanti affinché vi sia sempre
di più una battaglia di principio che produca giovamento a chi vi
aderisce ma allo stesso tempo per tutta la collettività che deve
vederne migliorata la qualità della propria vita.
Con le nostre idee, con le nostre campagne promuoviamo la "felicità" e la "salute" di tutti noi. Promuovere salute significa infatti incrementare la partecipazione alla vita della collettività, e far leva non solo sulla salute come diritto, ma anche come dovere.
La salute non è un sentirsi, ma un esserci nel mondo, un essere insieme ad altri uomini, un essere occupati attivamente e positivamente dai compiti particolari della vita.
La Salute quindi non coincide con "l'assenza di malattia", ma ha a che fare con la "vitalità", con la capacità che ognuno ha di integrare l'esperienza di malattia e sofferenza che sono invece presenti nella vita.
