Per la data del 26 maggio 2011 è stata fissata la prima udienza del maxi
ricorso proposto dall'Associazione ADIDA.
Trattasi del più grande ricorso mai presentato nell'interesse di docenti
precari: oltre 7000 ricorrenti chiedono al TAR il riconoscimento dei
propri diritti.
Per qualsiasi informazione vedi le news dell'Avv. Michele Bonetti, nonché il sito di Adida http://sites.google.com/site/midanazionale/, di seguito il discorso integrale dell'Avv. Michele Bonetti alla convention di Adida del 21 maggio 2011.
Carissimi,
questa mia lettera riassume l’intervento da me effettuato nel corso dell’incontro svoltosi a Roma, sabato 21 maggio, alla presenza di tutto il Direttivo Adida e di tante persone che condividono la medesima situazione e hanno deciso di unirsi per combatterla e tentare di superarla con successo.
“Ho accolto con molto entusiasmo l’invito di Adida a partecipare a questo incontro, in quanto ritengo sia stata un’importante occasione per dare un volto a tutte le persone che hanno lavorato e continuano a lavorare contro situazioni inique, nonchè per confrontarci su quanto finora è stata fatto e su quanto si potrà e dovrà ancora fare.
Come molti già sanno, Adida, per il mio tramite e quello dei miei colleghi, ha organizzato un’azione giudiziale a livello nazionale per chiedere l’annullamento del decreto del 10 settembre 2010.
Abbiamo, quindi, predisposto tre ricorsi per un totale di circa 7000 aderenti, suddividendo le problematiche e le tipologie di ricorrenti.
Questi ricorsi sono stati debitamente notificati, iscritti a ruolo ed il prossimo 26 maggio avrà luogo la prima camera di consiglio in cui dovrebbe essere affrontata la nostra richiesta di sospensione del decreto in via cautelare.
Di seguito, ho l’onore, anche in nome dei miei Colleghi, di illustrare le motivazioni giuridiche della nostra battaglia e i prossimi passi che, sul piano giudiziario, abbiamo intenzione di percorrere.
Gli obiettivi e i prossimi passi
L’obiettivo della campagna di Adida è consentire l’abilitazione di tutti Voi precari di III fascia. Tale obiettivo probabilmente non si raggiungerà solo con il ricorso poiché il giudizio amministrativo è a critica vincolata ed è diretto alla caducazione di atti amministrativi, nella fattispecie il noto decreto. A seguito dell’annullamento delle previsioni normative concernenti il c.d. TFA si potrà dare impulso al legislatore affinché si prenda carico della situazione di emergenza dei precari della III fascia.
Ritengo probabile che i ricorsi finora presentati richiederanno più udienze cautelari in quanto faremo dei motivi aggiunti per impugnare i nuovi atti nel frattempo emanati dal MIUR. Contemporaneamente proporremo un ricorso straordinario per adire direttamente il Consiglio di Stato, nonché ricorsi individuali e motivi aggiunti diretti alla Vostra iscrizione in soprannumero, così come ha già suggerito il Consiglio di Stato nella fase di emanazione del decreto, rimanendo inascoltato dall’attuale Legislatore.
Perché a nostro avviso è illegittimo il decreto del Miur del 10 settembre 2010
Il decreto istituisce un corso a numero chiuso in assenza dei requisiti di legge previsti dalla pietra miliare in tema di accesso programmato, la Legge 264 del 1999, e di fatto sottopone ad una triplice prova di ingresso anche coloro che vantano anni e anni di onorato servizio; inoltre, la previsione dei posti è effettuata non in virtù della capienza strutturale degli istituti scolastici e universitari, ma sulla scorta del fabbisogno formativo in modo ingiusto, forfettario e aprioristico. Questo decreto, soprattutto, viola diverse norme costituzionali e pertanto non può che essere considerato illegittimo.
Innanzitutto viola il diritto alla formazione contemplato dall’art. 35 della nostra Costituzione, dalla normativa europea e dal contratto collettivo nazionale di categoria, impedendo di fatto la Vostra formazione. Calpesta il diritto al lavoro, garantito dall’art. 4 della Costituzione - diritto fondamentale sul quale è fondata la Repubblica Italiana. Non a caso, l’art. 4 segue l’art. 3 che sancisce il principio supremo di uguaglianza, immanente nella nostra carta costituzionale e nel nostro ordinamento nelle sue due accezioni di principio di uguaglianza formale e sostanziale. Ebbene con i corsi TFA saranno lesi i vostri diritti di lavoratori; molti di Voi saranno probabilmente costretti a trasferirsi e a lasciare le famiglie.
Nel passato il Ministero ha sempre istituito una sessione riservata di abilitazione per i docenti precari privi di abilitazione, ma in possesso di un’anzianità di servizio pari o superiore a 360 gg., oggi anche questa prassi è stata disattesa. A mio avviso, non si può prescindere dalla vostra esperienza. E’ bene ribadire al Miur in sede processuale che i docenti di III Fascia non hanno svolto ruoli ausiliari o di secondo piano ma hanno assunto la docenza a tutti gli effetti e a pieno titolo, se pur privi di abilitazione. Hanno bocciato e bocceranno, hanno promosso e promuoveranno, hanno inflitto note di condotta e provvedimenti disciplinari, hanno ricevuto genitori e votato nei consigli di classe e di Istituto e hanno consentito la prosecuzione di un servizio pubblico essenziale al pari dei loro colleghi abilitati!
Ma la cosa più grave è che questa scelta irrazionale, sintetizzata nel decreto impugnato, è stata assunta dal Miur sulla scorta di dati numerici completamente artefatti L’iter che ha portato all’approvazione definitiva del Decreto del 10 settembre 2010 n. 249 è stato fortemente condizionato dal numero dei docenti, precari storici, di III Fascia. Nella fase di approvazione del Decreto impugnato si è discusso più volte del dato numerico dei docenti interessati e in modo particolare della consistenza della c.d. terza fascia. Il 18 gennaio 2010, il Consiglio di Stato in sede consultiva riferiva testualmente: “Prima di rendere il parere definitivo..appare opportuno prevedere, in una fase di passaggio dal vecchio al nuovo regime, tener conto dell’esperienza professionale maturata ». Da tali rilievi del Consiglio di Stato scaturì la prima bozza di decreto che prevedeva la Vostra ammissione in soprannumero al TFA per “tutti coloro che alla data di entrata in vigore del regolamento avranno maturato almeno 360 giorni nella classe di concorso di riferimento”.
Successivamente però il Miur si è discostato dal parere del Consiglio di Stato a causa di un “considerevole numero di abilitati” ritenendoVi talmente tanti al punto che non era possibile l’ammissione in sovrannumero. In realtà Adida dimostrerà in giudizio che questi dati su cui il Miur ha fondato la scelta di non ammettervi in soprannumero e soprattutto di istituire il TFA è errata e che il decreto del TFA deve essere annullato. Il Presidente della VII Commissione della Camera dei Deputati, l’On.le Aprea, in sede di parere consultivo al decreto ha riportato il numero di 210.000 precari della terza fascia che è del tutto falso. Le nostre ricerche, l’impegno di Adida con oltre 900 accesso agli atti ha fatto confessare al Miur in una Nota in nostro possesso che tali numeri citati nella fase di emanazione del decreto sono stati alterati affinché si addivenisse in ogni caso alla predisposizione dei TFA nonostante i pareri contrari del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti!
La campagna del Collegato lavoro
Con Adida abbiamo intrapreso anche un’altra campagna sul c.d. collegato lavoro che, a nostro avviso, è connessa completamente a quella che vi ho appena sintetizzato. In questi anni per lavorare siete stati costretti a subire delle condizioni economiche ingiuste e illegali. A differenza dei Vostri colleghi abilitati non vi sono stati concessi scatti di anzianità e differenze retributive, mesi estivi non pagati, indennità varie etc. Su questa differenza di trattamento economico e sullo sfruttamento del Vostro lavoro precario sono anche fondate le scelte del Miur e del Ministro. In un momento di tagli alla scuola e di meno fondi assegnati all’istruzione, il Vostro lavoro, identico per quantità e qualità a quello dei Vostri colleghi muniti di abilitazione, costa meno e pertanto si vuole che rimanga tutto così e che non si verifichi da parte Vostra il conseguimento dell’abilitazione. Adida ha già spedito 2750 lettere di impugnazione dei termini dei contratti di lavoro di molti di Voi e ha già richiesto per Voi le differenze retributive e un risarcimento del danno. E’ chiaro che la mancata abilitazione porta inevitabilmente tutti Voi a sottoscrivere contratto a termine.
In realtà la legge 368/2001 prevede come forma principale di contratto di lavoro quello a tempo indeterminato e solo in via residuale il contratto a termine; l’illegittima apposizione del termine determina l’applicazione di sanzioni alle quali conseguono effetti risarcitori e indennità. Tuttavia, in esito ai recenti pronunciamenti giurisprudenziali che ci hanno concesso la conversione dei contratti in tempo indeterminato per violazione della normativa vigente ed europea con conseguenti cospicui risarcimenti pecuniari, si è registrato un intervento del Governo che con decreto legge n. 70 del 14 maggio 2011 sta tentando di bloccare e ostacolare i 2750 ricorsi di Adida. Ma a nostro avviso il decreto legge, ancora da convertire, non può intervenire su diritti acquisiti, pertanto sarà sempre possibile richiedere gli scatti di anzianità e le indennità del cd collegato lavoro. E’ dunque assolutamente necessario consolidare le vostre posizioni depositando il prima possibile appositi ricorsi; in tal modo Adida potrà adire la Corte Costituzionale per chiedere l’illegittimità costituzionale del predetto Decreto Legge.
Il rapporto tra la politica e le azioni giudiziarie.
A noi legali e ad Adida spetta il difficile compito di coniugare legge e politica, di sintetizzare Giustizia e Politica. Il ricorso giudiziale è solo uno degli aspetti del sapiente percorso di Adida che non confligge con il dialogo con tutte le forze politiche già in atto; anzi le due azioni devono rafforzarsi a vicenda. Il nostro lavoro oggi è finalizzato alla risoluzione di un problema diffuso per il tramite del meccanismo giudiziale della class action, per poi raggiungere una tutela omnicomprensiva, anche di chi non ha fatto ricorso, attraverso l’intervento politico, ad esempio, con la proposizione di una legge nuova che tuteli interessi collettivi o nella proposizione di una istanza istruttoria al TAR sui veri numeri dei precari insieme ad una interpellanza parlamentare diretta a sostenere il ricorso Adida su tale questione.
Il percorso non sarà certamente facile sia sul piano politico che giudiziale
Affronteremo un processo amministrativo complesso politicamente e giudizialmente, che richiederà diverse udienze e sarà ostacolato da probabili interventi normativi. Ma tutti noi, a prescindere dall’esito del processo, siamo convinti che si tratta di un’azione e battaglia necessaria avverso una situazione ed una scelta politica non condivisibile e non accettabile in quanto, ignorando di fatto la preparazione e i sacrifici di tutti Voi, vuole di fatto fossilizzare l’attuale situazione di precariato.
La realtà è che ad oggi non possono effettuarsi delle concrete previsioni, ma possiamo solo assicurarVi che con la massima trasparenza, lealtà e professionalità, faremo tutto quanto la legge ci consente per ottenere il riconoscimento dei Vostri diritti. Saremo sempre a Vostra disposizione per ogni informazione, aggiornamento o chiarimento sulle nostre azioni giudiziarie e soprattutto non ci tireremo mai indietro e, a prescindere dall’esito e da quello che accadrà, non ci fermeremo mai, mai.
Infine, è un sincero piacere concludere, anche a nome dei Colleghi che combattono con me in questa grande sfida, con dei ringraziamenti speciali ad Adida per la preziosa ed imprescindibile collaborazione in questa battaglia: il direttivo, il comitato e tutti coloro che prestano la propria disponibilità per questa giovane ma già grande associazione.
Ringrazio di cuore la nostra coordinatrice nazionale, Barbara Borriero, una presenza ed una voce che non è mai mancata nei momenti più difficili, persona di grande sensibilità e preparazione, grazie Barbara, grazie a nome di tutti noi. E ancora, Francesca Bertolini, la nostra vice coordinatrice nazionale, il cui supporto materiale e giuridico è fondamentale, costante e indefesso, accompagnato da un grande senso etico e sociale. Luca Sartorello, uomo di grande professionalità e preparazione, a cui va tutta la mia riconoscenza per avermi scelto senza alcuna segnalazione – permettetemi di dirlo - in perfetto stile Adida, ovvero credendo veramente nel solo merito e nelle capacità del sottoscritto; Valeria Bruccola, senza la quale nulla sarebbe possibile, grande umanità, grande intelligenza, un indispensabile punto di riferimento, grazie Vale.
E ancora e sempre grazie a Emanuele Bruschi, responsabile del nostro comitato, a Monica Cremonini, Fabrizio Bellini, Sandro Spugnini, Brunella Chiappetta, Patrizia Caira, Katiuscia Bora, Luca Dibitonto e a tutti gli altri coordinatori locali Adida.
Un ringraziamento va a tutti gli ospiti invitati da Adida e intervenuti in questa grande riunione e un grazie speciale ad Emiliano Monteverde e a Giulia Tosoni anche per la loro consueta e pregevole disponibilità.
Da ultimo, ma mai gli ultimi, ringrazio tutti i legali Adida, il mio compagno e grande amico di battaglia, Santi Delia, che purtroppo oggi non è potuto essere qui con noi ma che invia a tutti Voi i suoi migliori saluti, l’amico e collega Riccardo Gozzi, i suoi collaboratori e tutti i componenti dello studio Avvocato Michele Bonetti & Partners, Silvia Antonellis, Alessio Dromi, Francesca Delle Vergini, Chiara Mosillo, Umberto Cantelli, Alessia Anesin, Cristiana Petroselli. Ma soprattutto ringrazio Voi, ricorrenti Adida, per l’onore che ci avete concesso, permettendoci di difendere i Vostri diritti.
Avv. Michele Bonetti.”
Studio Legale
Avv. Michele Bonetti & Partners
& Avv. Santi Delia