
Con la sentenza n. 1129/2024, pubblicata il 30 settembre 2025, il TAR Emilia Romagna ha accolto il ricorso patrocinato dall’Avv. Michele Bonetti e dall'Avv. Santi Delia, annullando i provvedimenti con cui un agente della Polizia di Stato era stato dichiarato permanentemente non idoneo al servizio.
L’episodio riguarda un agente che, dopo un periodo di difficoltà, aveva documentato attraverso numerosi accertamenti sanitari un pieno miglioramento fino alla remissione della patologia. Nonostante ciò, la Commissione Medica del Dipartimento Militare di Medicina Legale lo aveva giudicato inidoneo in modo assoluto, giudizio confermato anche dalla Commissione Medica Interforze.
Impugnati gli atti, il Consiglio di Stato aveva già evidenziato in sede cautelare le gravi incongruenze delle valutazioni mediche e l’assenza di una chiara riconducibilità della presunta patologia alle previsioni normative (d.P.R. 834/1981 e D.M. 198/2003).
Il TAR Bologna, decidendo nel merito, ha censurato l’Amministrazione per due principali ragioni:
- contraddittorietà e difetto di motivazione, avendo ignorato i molteplici referti medici prodotti dal ricorrente che attestavano la remissione della patologia;
- assenza di fondamento normativo, non essendo stata individuata alcuna specifica infermità prevista dalle tabelle di legge idonea a giustificare la dichiarazione di inidoneità permanente.
La sentenza ribadisce che, in presenza di provvedimenti così incisivi per la vita professionale di un agente, l’Amministrazione ha l’obbligo di fornire una motivazione rafforzata, fondata su accertamenti scientifici chiari e coerenti. Inoltre, viene sottolineata l’importanza di un’istruttoria completa e non contraddittoria, specie in materia di salute psichica.
Il TAR ha quindi annullato gli atti, imponendo una nuova valutazione più accurata e rispettosa della normativa. Una decisione che riafferma i limiti della discrezionalità tecnica della Pubblica Amministrazione e garantisce che le scelte sul futuro professionale di un servitore dello Stato siano fondate su presupposti solidi e verificabili.
“E’ una pronuncia davvero importante.” – commenta l’Avvocato Bonetti, patrocinante della causa – “ogni giudizio sull’idoneità deve poggiare su una motivazione adeguata, sorretta da dati oggettivi, non può essere basato solo su pregiudizi sulla sanità mentale. È importante che a questa venga data la stessa attenzione che alla salute fisica, anche nelle valutazioni di questo tipo”.
Per eventuali ricorsi su casi analoghi, è possibile contattare lo Studio Legale Bonetti all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.