
I provvedimenti di mobilità devono essere chiari e ogni docente ha il diritto di comprendere perché è stato assegnato ad una scuola anziché ad un'altra: stop ad accorpamenti, spezzoni, cattedre che compaiono e scompaiono dietro fantomatici algoritmi. Gli USP devono consegnare la documentazione e consentire di ricostruire l'iter che ha portato all'attribuzione della cattedra a 100 o a 50 km da casa.
Il T.A.R. Catania, nonostante frattanto il medesimo USP avesse attribuito una cattedra conforme alle aspettative della ricorrente, ha condannato il MIUR alle spese di giudizio "avuto riguardo alla fondatezza della domanda, alla stregua di specifici precedenti di questo Tribunale".
E infatti, "il controllo generalizzato (che, in tali casi, non è limitato ai documenti, ma riferito alle “informazioni”, termine che concettualmente indica un ambito più esteso dei documenti fisicamente esistenti; sul punto, TAR Sicilia – Catania, Sez. II, 28 dicembre 2009, n. 2253) quindi non solo non è vietato, ma è auspicato. Nel caso di specie, la ricorrente ha chiesto «…la copia dei criteri (e comunque dei provvedimenti) con i quali si era proceduto alla formulazione delle cattedre per l’anno scolastico XXX per la Provincia di Messina, ed alla consequenziale assegnazione delle ore esistenti presso il Liceo XXXXX presso le altre scuole sopra indicate…»; la domanda tende quindi ad ottenere informazioni attinenti alla organizzazione dell’amministrazione; in disparte la considerazione che i criteri sono probabilmente espressi nel corpo dei documenti che si riferiscono alla determinazione delle cattedre, il Collegio ritiene che essa ricada nell’ambito dell’accesso “organizzativo” previsto dalla legge 15/2009 e dal D. Lgs. 150/2009; pertanto l’Amministrazione dovrà consentire l’accesso, nei termini precisati in dispositivo".
T.A.R. Catania, Sez. III, 6 dicembre 2016.