
Il TAR ha manifestato dubbi sulla legittimità di criteri di esclusione basati sulla visibilità di tatuaggi unicamente con l’uniforme femminile, che prevede anche la gonna, a differenza di quella maschile.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha dunque deciso di sospendere il giudizio e di sottoporre una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, ai sensi dell’articolo 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
La questione riguarda l’esclusione di una candidata da un concorso per l’accesso alla Polizia di Stato, motivata dalla presenza di un tatuaggio che risulterebbe visibile solo indossando l’uniforme che prevede anche la gonna. Il tatuaggio, invece, non sarebbe visibile con l’uniforme maschile, che prevede i pantaloni e copre integralmente la stessa parte del corpo.
Il TAR ha quindi chiesto alla Corte di giustizia di chiarire se tale esclusione possa configurare una discriminazione indiretta basata sul genere, in violazione dei principi di parità di trattamento e non discriminazione sanciti dal diritto dell’Unione Europea.
Questo perché una condizione fisica identica (la presenza del tatuaggio) non ha conseguenze per i candidati uomini ma determina l’esclusione per le donne, esclusivamente in ragione della diversa configurazione dell’uniforme.
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